Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia sta completando in questi giorni un sondaggio presso i propri associati sulla congiuntura economica di fine anno. Dal sondaggio, ancora in corso, si possono trarre già le prime considerazioni.

Per il 40% degli intervistati il dicembre 2021 si è chiuso in linea con quello dello scorso anno, il 34% ha rilevato una crescita e il 26% ha riscontrato un calo. Sul bimestre novembre-dicembre 2021 le attività che hanno chiuso in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente sono il 35% di quelle che hanno partecipato al sondaggio, mentre il 33% degli intervistati ha assistito a una crescita e il 28% ha rilevato un calo. “Possiamo concludere -commenta il presidente di Confcommercio Reggio Emilia, Davide Massarini- che le percentuali risentono di un mese di novembre in cui l’acquisto on-line la fa da padrone”.

Per il 33% degli intervistati l’anno 2021 è in linea col 2020, per il 40% è in crescita, mentre il 27% ha subito un calo. Se il confronto viene fatto col periodo prepandemia sono il 19% gli intervistati che chiudono il 2021 in linea col 2019, il 43% quelli in crescita e il 38% sono in calo. Sulle chiusure dell’anno incidono in negativo particolarmente i dati riguardanti i Pubblici esercizi e il commercio al dettaglio non alimentare.

Per il bimestre gennaio-febbraio 2022 le aspettative sono di crescita per il 17% degli intervistati, stabili per il 55%, di calo per il 28%. Il 72% delle imprese non è in cerca di personale ma del 28% restante due su tre faticano a trovarne. Vi sono difficoltà diffuse nel reperire articoli per il 51% delle imprese intervistate e ritardi nelle consegne per il 54% dei partecipanti al sondaggio. Il 90% degli intervistati sarà costretto ad aumenti di listino a causa della corsa dell’inflazione. Sono poi il 20% gli imprenditori intervistati che prevedono di dar vita a nuovi progetti imprenditoriali. Nei pubblici esercizi, infine, il 45% degli intervistati ha avuto disdette tra il 20% e il 30% delle prenotazioni: “Conseguenza del Decreto Natale”, commenta Davide Massarini.

“I dati sebbene ancora parziali -conclude Davide Massarini- ci danno modo di condividere qualche riflessione. Il Covid è un amplificatore dei cambi di abitudini ai consumi ma anche un’ulteriore sfida per gli imprenditori reggiani che da questi due anni, nella maggior parte dei casi, non escono certo arricchiti nonostante la camaleontica capacità di cambiare e riposizionarsi in base alle disposizioni dettate dalla necessità di contenere la pandemia. Il risultato è un anno di tenuta e crescita rispetto al 2020 per oltre il 73% delle imprese dato che scende al 62% se lo si paragona al 2019. Una maggioranza quindi che guarda al bimestre gennaio-febbraio puntando alla stabilità nonostante l’inflazione preoccupante, la difficoltà nel reperire gli articoli, i ritardi nelle consegne e le difficoltà nel trovare personale. Tutto il settore turistico e il mondo dei locali da ballo, quest’ultimo ancora in lockdown, sono certamente tra i settori più colpiti. Paghiamo inoltre i ritardi legislativi sulla concorrenza digitale. Possiamo valutare infine, con una certa dose di realismo, che dopo anni durante i quali abbiamo inseguito il mito della crescita dovremmo con altrettanto entusiasmo inseguire ora il mito della collaborazione”.